- La leggenda delle origini
- e la nascita delle tre divine Virtù dei Mikado
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Mikado Francescoji ha detto al riguardo del Sacro Fuji: "Si dice che nel 286 a.C, un terremoto ha generato il Monte Fuji ...
Io
credo che il Sacro Fuji, sia più antico delle leggende (minimo 7000
anni...) e che è proprio a causa loro che una moltitudine di poeti
e pittori, hanno avuto durante i secoli, lo stimolo di immortalarlo nelle loro
opere..."
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La leggenda delle origini
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Per venire a conoscenza della storia del "Progetto
Mikado" bisogna andare indietro nel tempo e iniziare dalla storia ufficiale di
quella, che è stata una delle terre più sacre del Mondo, il Giappone e quella
del suo Imperatore.
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E’ bene, che veniate a conoscenza, che
l’insegnamento ufficiale ha sempre proclamato che “Sua Maestà l’Imperatore
discende dalla dea Amaterasu, le cui virtù si diffondono lontano come i raggi
del Sole”, che il Giappone è il paese degli dei e che il suo popolo è di
essenza divina. Questa affermazione, ripetuta in tutte le scuole,
nell’esercito e nelle più diverse associazioni, è stata la base morale civica
del patriottismo della stessa religione nazionale: lo Shintò o Shintoismo.
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Secondo il Nihon-Shoki*,
cielo e terra costituivano una massa caotica, dai contorni imprecisi:
staccandosi a poco a poco, la parte più pura è divenuta cielo, mentre il resto
è “precipitato in basso” e, per conseguenza, ha formato la Terra. Allora,
narra il sacro libro, nella “Pianura degli alti Cieli” apparvero, anzi,
nacquero spontaneamente, certe divinità chiamate Kami**.
Izanagi, il “Maschio che invita”, e Izanami, la “Femmina che invita”, sono le
divinità all’apice della creazione e da essi discenderebbe la vita mitologica
e poi la vita del genere umano e del popolo giapponese per primo.
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Dall’assemblea delle divinità, Izanagi e Izanami
ricevettero l’ordine di consolidare la terra e, muniti della lancia ornata di
gemme che era stata loro donata a tale scopo, salirono insieme sul “Ponte
fluttuante del Cielo”.
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Nello scendere su questa terra, i due numi videro
dall’alto del ponte i sollazzi di una eutrettola, dalla quale appresero i
segreti dell’amore sino allora ignoti, si sposarono e Izanami invitò il
fratello all’amplesso; ma nacque soltanto un bambino malformato, che i
genitori abbandonarono su una barchetta di giunchi, all’isola di Schiuma.
Quando risalirono in cielo per interrogare gli dei, che avevano fatto ricorso
alla “Grande Divinazione”, essi ottennero il seguente responso: “i figli non
sono validi, perché la donna ha parlato per prima”. Così, l’opera della
creazione venne ripresa e questa volta, essendo l’iniziativa partita da
Izanagi, nacquero le otto grandi isole del Giappone: Awaji, Shikoku, Kyùshù,
le gemelle Oki e Sado, e poi ancora Ikishima, Tsushima, Hondo, seguite da
altre sei minori.
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Izanagi immerse una lama di corallo nell’Oceano e
rimestò così a lungo con essa che, quando la sollevò, quattro gocce perfette
sono cadute nel mare e, quelle gocce sono diventate le quattro isole del
Giappone.
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Il sacro libro. ** E’ nome comune a
tutte le divinità del cielo e della terra, come pure ai loro spiriti,
residenti nei templi ove esse vengono onorate, e a molti esseri umani, ad
uccelli, piante, alberi, monti.
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La nascita della Virtù dell’Ustione*
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Vennero in seguito generati tutti gli dei della
natura; ma l’ultimogenito, il dio del Fuoco, ustionò così terribilmente la
madre nel venire al mondo, che Izanami ne morì. Folle di dolore, Izanagi
troncò la testa del bambino, il cui sangue sparso diede vita a nuove divinità
con il potere Taumaturgico di curare ogni tipo di ustioni.
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La nascita della Virtù dei Vermi intestinali**
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Per ritrovare la sposa e strapparla al regno delle
ombre, egli discese agli Inferi. Izanami avrebbe bramato seguirlo, ma fu
costretta a chiedere il permesso delle divinità infernali e si allontanò, dopo
avergli rivolto la raccomandazione: “Non mi guardare”. Poiché l’indugio gli
sembrò troppo prolungato, Izanagi si arrabbiò e, strappato un dente al pettine
che portava con sé, lo accese per far luce. Izanami è in decomposizione,
formicola di vermi. A quella vista, Izanagi fugge, pieno di orrore: lo
rincorrono le furie, delle quali egli ostacola l’inseguimento lanciando loro
contro i denti del pettine trasformati in uva e germogli di bambù; i Guerrieri
degli Inferi, che si fermano grazie al dono di tre pesche, e la stessa Izanami,
dinanzi alla quale si rinchiude con un enorme macigno l’uscita degli Inferi.
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Ritornando sulla terra, Izanagi si affretta a
purificarsi: da ogni capo di vestiario che si toglie e da ogni parte del suo
corpo, asperso d’acqua, nacquero altri dei. Le tre più importanti furono: la
dea del Sole, Amaterasu; il dio della Luna e della notte, Tsukiyomo; il dio
della tempesta, padrona del vento e del mare, Susano-o.
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Purtroppo, pur essendo stati generati da un’antica
volontà, fra queste divinità non ci fu accordo e ben presto si scatenarono
lotte furibonde, dalle quali uscì sconfitto il dio del vento e del mare che,
avvilito, si ritirò lontano dai fratelli fondando il primo regno nipponico.
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Non passò molto tempo però, che Jimmu-tennò,
discendente della dea del Sole Amaterasu, s’impadronì di quel regno, dando
inizio alla dinastia regale che ancora oggi regna nelle isole dei ciliegi in
fiore.
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Questa “Virtù” opera su disturbi
“emozionali e mentali” e su ogni tipo di bruciatura materiale di 1°, 2° e
talvolta anche di 3° grado causata con il fuoco, acqua bollente, caffè caldo,
ferro da stiro. L’importante che non prenda organi interni.
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Questa “Virtù”
opera su disturbi “materiali o fisici”, uccidendo i vermi che si formano
sull’intestino, facendo provare alla persona, la sofferenza e i dolori provati
da Izanagi.
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La nascita della Virtù dell’equilibrio*
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Quanto a Susano-o, messo al bando dal consiglio dei
numi, si recò a Izumo. Là, presso le sorgenti del fiume Hi, incontrò due
vecchietti, i quali piangevano perché la loro figliola doveva venire immolata
a un drago, il quale aveva otto teste e il corpo coperto da una lussureggiante
vegetazione di tuya e altri alberi. Susano-o trasformò la fanciulla atterrita
in un pettine, che si conficcò nel nodo dei capelli, e fece riempire di sakè
otto tini, ordinando che venissero posti sul cammino del drago. Questi,
immersa una testa in ciascun tino, si ubriacò e cadde addormentato: allora
Susano-o, precipitandogli addosso, lo fece a pezzi. Sennonché l’arma gli si
spuntò al momento di troncare la coda di mezzo, nelle quale si trovava la
grande sciabola; egli la strappò fuori e tosto intorno al drago si formò una
nube: da ciò ebbe origine il nome di “Sciabola addensatrice di Nubi o
equilibrio”.
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Susano-o l’offerse in dono a sua sorella Amaterasu;
poi restituì alla ragazza le primitive sembianze e la prese in moglie.
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Dopo aver cercato a lungo un luogo ove edificare il
suo palazzo, scelse Suga; i suoi discendenti regnarono sul paese di Izumo e, a
poco a poco, divennero signori equilibrati di tutto il Giappone e fondarono la
dinastia imperiale ancor oggi regnante: nella storia lo si ricorda con il nome
postumo di Jummù-tennò.
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L’11 febbraio di ogni anno, in Giappone si fa
festa: si ricorda l’ascesa al trono di Jimmo-tennò, che si farebbe risalire a
circa 6 secoli prima di Cristo. Tennò è detto, ancora oggi, l’Imperatore.
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* Questa “Virtù” opera sull’equilibrio tra il bene e
il male in noi. In quel periodo iniziò il giusto modo di vivere in Giappone.
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I due volti spirituali dei giapponesi
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Vi ho portato a conoscenza di come sono nate le
“Virtù delle Ustioni, dei Vermi e quella dell’Equilibrio”, indistruttibili
fondazioni del "Progetto Mikado" e soprattutto della loro antica fusione con
la mitologia nipponica e abbiamo compreso che, come tutte le mitologie, ha
divinità concepite a immagine degli uomini, con passioni, difetti, pecche
umane.
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Siamo venuti a conoscenza, che il fondatore della
dinastia degli Imperatori nipponici sarebbe stato, dunque, un dio.
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Quando stavo scendendo il sacro Fuji, una figura
composta da una luce irreale mi attraversò il mio povero corpo e mi disse:
“Mikado Francescoji, da questo
momento sei il mio unico "Messaggero" in Terra e sappi che io sono Mikado
Nintoku tennò, immortale Imperatore del Paese del Sol Levante, discendo dalla
dea Amaterasu, le cui virtù si diffondono lontano come i raggi del Sole...”