Il Sacro Fuoco del Fuji

conosciuto in Occidente come il nome di

 

Fuoco di S. Antonio

 
La nascita del Fuoco di S. Antonio
Questa storia nasce dopo circa mille anni dall'evento di Mikado Nintoku-tennò (85 - 399) e del "Sacro Fuoco del Fuji" e ci porta a conoscenza che una moltitudine di persone avevano espresso a S. Antonio (250 - 356) di andare dentro l'inferno e rubare il segreto del fuoco immortale al fine di averlo per riscaldarsi e per assorbire la facoltà di guarire quei strani e infuocati malesseri interiori. S. Antonio, accolse la supplica e dopo aver ammaestrato il suo porcellino si recò insieme a lui verso le porte dell'inferno, con il fermo proposito di rubare il fuoco ai diavoli e donarlo in senso positivo al mondo.
S. Antonio si camuffò da stanco anziano e bussò alla porta dell'inferno, ma i diavoli chiamarono Belzebù e avendolo riconosciuto gli intimarono di andare via: "Vai via da qui, ti abbiamo riconosciuto tu sei un santo uomo,  vai via!". "Fate entrare almeno il mio porcellino" - disse Antonio, "ha tanto freddo." Al porcellino tanto invitante i diavoli non poterono dire di no e così, lo fecero entrare con l'unico pensiero di arrostirlo e mangiarselo alla faccia del santo uomo. Una volta dentro, il buon porcello si ricordò ciò che gli disse S. Antonio e in compagnia di una buona dose di paura, si mise a correre a perdifiato , si infilava tra le cataste di legna, facendole rovesciare, tra le gambe dei diavoli Draghignazzo, Malacoda  e Calcabrina. Correva Graffiacane per fermarlo, ma il porcello si precipitò tra le gambe di Rubicante, facendolo ruzzolare. Barbariccia, un'altro  capo dei diavoli, chiamò S. Antonio e lo fece entrare e gli disse:"ferma il tuo maialino e portolo via da qui".
    
                 
      "S. Antonio - Protettore degli incendi..."
 
Antonio entrò, calmò il porcello, e si sedette su una catasta di carboni. Con sé portava il bastone di fèrula, un legno duro fuori resistente al fuoco più ardente ma tenero dentro, dall'anima come bambagia, di facile accensione.
E così, ad ogni demone che passava tra le sue parti, gli dava una sonora bastonata sulla schiena, tanto che Libicocco indispettito, gli prese il bastone e lo conficcò con la punta tra le fiamme dell'inferno. Naturalmente questo era quello che aspettava S. Antonio, che guardò il porcello e gli disse: "Va' e metti disordine su tutto ciò che vedi."
L'animale ubbidì ed allora i diavoli, stanchi di corrergli indietro andarono da S. Antonio e gli aprirono le porte dell'inferno e lo cacciarono via. S. Antonio, ben cosciente di quello che sarebbe accaduto, aveva recuperato il suo bastone e richiamato il porcellino e come egli stesso si aspettava, il fuoco intanto ardeva all'interno del bastone di férula e con lui vi era il segreto del fuoco dei diavoli.
Una volta fuori le mura dell'inferno, Antonio alzò il bastone e distribuì il fuoco a nord, sud, ovest ed est, facendo roteare il bastone e a tratti fermandolo sopra la testa di tutte le persone al fine di  benedizione. Scintille di fuoco si alzarono verso il cielo e si distribuirono su tutta la terra. Fu così che nacque il mito del sacro fuoco, con S. Antonio suo Custode e prese il nome di:

 

 
Fuoco di S. Antonio.
Finisce così questa favola breve e se ne va ...
Ma aspettate, e un'altra ne avrete.
"C'era una volta ..." Mikado Francescoji dirà e un'altra favola comincerà!...

 

                                                                           

                                                             

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