- La storia del Giappone
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Mikado Francescoji ha detto: "... Dicono che il Giappone è nato da una spada. Dicono che
gli antichi Dei hanno immerso una lama di corallo nell’Oceano e che al momento
di estrarla quattro gocce perfette sono cadute nel mare e, quelle gocce sono
diventate le quattro isole del Giappone. Io, dico che
il Giappone è stato creato da rari
Mikadi, Sensei di
Spirito e Guerrieri coraggiosi, disposti a dare la vita per quella parola che sembra ormai dimenticata:
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- Onore."
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- I primi abitanti del
Giappone erano cacciatori e pescatori giunti dalla Corea, a ovest, e dalla
Siberia, a nord, attraversando dei ponti di terra che allora collegavano
questa regione al continente asiatico; si ritiene che a queste genti si siano
aggiunti popoli migrati via mare dalla Polinesia. Il regno di Yamato, che
praticava il culto del sole, riuscì nel 300 d.C., tramite conquiste e
alleanze, a unire la nazione. Nella metà del VI secolo venne introdotto dalla
Cina il buddhismo, che presto diventò la religione di stato ma entrò in
conflitto con lo shintoismo, la religione tradizionale del Giappone, quando le
divinità shintoiste iniziarono a essere presentate come manifestazioni del
Buddha.
- Una volta assicurata
all'impero una relativa stabilità, in particolare dopo la conquista degli
indigeni Ainu nel IX secolo, gli imperatori del Giappone iniziarono a
dedicarsi maggiormente al tempo libero e allo studio e meno al governo. Molte
posizioni importanti a corte erano occupate dai membri dei Fujiwara, una
famiglia nobile ma corrotta. Nelle province iniziò a emergere il potere dei
samurai, la 'classe dei guerrieri', che non esitò a prendere le armi per
difendere la propria autonomia entrando in conflitto con la capitale Heian
(l'odierna Kyoto). Il clan dei Taira soppiantò la famiglia Fujiwara ma fu a
sua volta scacciato dai Minamoto nel 1185. Dopo aver assunto il ruolo di
shogun (capo militare), Minamoto Yoritomo stabilì il proprio quartier generale
a Kamakura, mentre a Kyoto l'imperatore mantenne la carica nominale di
sovrano. Ciò segnò l'inizio di un lungo periodo di dominio feudale da parte
delle famiglie samurai successive, che terminò solo con la restaurazione del
potere imperiale nel 1868.
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- I secoli del potere
feudale possono essere approssimativamente divisi in cinque periodi
principali. Il periodo di Kamakura (1185-1333) fu caratterizzato da ripetute
invasioni delle armate mongole di Kublai Khan. Il Giappone riuscì a respingere
i Mongoli, ma la classe dirigente, indebolita, perse il sostegno dei
guerrieri. Il periodo di Muromachi (1333-1576) ebbe inizio con l'imperatore
Go- Daigo, che regnò fino a quando una rivolta guidata dal guerriero Ashikaga
lo costrinse a rifugiarsi sulle alture. Ashikaga e i suoi discendenti
regnarono con sempre minore efficacia e il Giappone scivolò verso la guerra
civile e il caos. Le varie fazioni furono pacificate e unificate durante il
periodo di Momoyama (1576-1600) da Nobunaga e dal suo successore Hideyoshi. La
rapida diffusione del cristianesimo, avvenuta durante il secolo cristiano
(1543-1640), fu inizialmente tollerata, ma in seguito venne ferocemente
repressa quando la nuova religione iniziò a essere considerata una minaccia.
Durante il periodo dei Tokugawa (1600-1867) Tokugawa Ieyasu sconfisse il
giovane erede di Hideyoshi e stabilì il proprio quartier generale a Edo
(l'odierna Tokyo) mentre l'imperatore continuò a esercitare un'autorità
puramente nominale a Kyoto. Con la famiglia Tokugawa il Giappone entrò in un
periodo di isolamento: ai Giapponesi fu vietato di recarsi all'estero e di
commerciare con gli altri paesi e gli stranieri furono sottoposti a una rigida
sorveglianza. Fu in questo periodo che venne affermata l'importanza di
sottomettersi in modo assoluto alle regole dell'obbedienza e della fedeltà,
aspetto ancora presente nella mentalità giapponese odierna.
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- Alla fine del XIX secolo
il corrotto governo dei Tokugawa aveva ormai condotto il paese a una fase di
ristagno. Le navi straniere iniziarono a forzare l'isolamento del Giappone,
mentre la povertà e le carestie minavano il sostegno popolare al governo.
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- Nel
1867 lo shogun regnante, Keiki, rassegnò le dimissioni e l'imperatore Meiji
riassunse il controllo degli affari di stato, avviando il paese verso
l'occidentalizzazione e l'industrializzazione. Nel 1889 il Giappone redasse
una costituzione di tipo occidentale i cui principi si basavano sulla
coscienza nazionale e sul ritorno ai valori tradizionali. La crescente potenza
del Giappone fu dimostrata dalla facilità con cui esso vinse la guerra
sino-giapponese (1894-1895) e il conflitto russo-giapponese (1904-1905). Con
Yoshihito, figlio di Meiji, il Giappone si schierò con gli Alleati nella prima
guerra mondiale, ma, invece di farsi coinvolgere troppo nel conflitto,
approfittò dell'occasione per espandere a gran velocità la propria economia
tramite i commerci.
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- Nel 1926 salì al trono l'imperatore Hirohito e negli anni
seguenti la depressione economica mondiale, iniziata nel 1930, alimentò una
crescente ondata di nazionalismo. I disordini popolari determinarono l'aumento
del potere dei militaristi: nel 1931 il Giappone invase la Manciuria e nel
1937 entrò in conflitto con la Cina.
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- Nel 1940 il Giappone
firmò un patto con la Germania e l'Italia e quando i tentativi diplomatici di
ottenere la neutralità degli Stati Uniti fallirono, il 7 dicembre 1941 i
Giapponesi sferrarono un attacco a sorpresa a Pearl Harbour. Inizialmente il
Giappone ottenne una rapida serie di successi spingendo i fronti della guerra
in India, ai margini dell'Australia e nel Pacifico, ma la battaglia di Midway
segnò l'inizio del contrattacco statunitense ponendo fine alla superiorità
navale giapponese e capovolgendo le sorti della guerra. Dopo la controffensiva
scatenata dal 1943 nel Pacifico, nell'agosto del 1945, quando il Giappone si
stava ormai ritirando su tutti i fronti, la dichiarazione di guerra
dell'Unione Sovietica e il lancio delle bombe atomiche su Hiroshima e Nagasaki
misero fine al conflitto. Il Giappone si arrende in settembre; l'imperatore
Hirohito sconfessa la sua natura divina in base alle condizioni della resa e
annunciò la resa incondizionata e fino al 1952 il Giappone fu occupato
dalle forze alleate, che miravano a smilitarizzare il paese e a smantellare il
potere dell'imperatore. Grazie a un programma di ripresa l'economia giapponese
si espanse rapidamente e il Giappone diventò il più riuscito esempio di
economia basata sull'esportazione, generando una forte eccedenza nella
bilancia dei commerci e assumendo una posizione dominante in settori quali
l'elettronica, la robotica, l'informatica, la produzione di automobili e le
attività bancarie.
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- Con l'avvento degli anni
'90 le vecchie certezze sembrarono svanire. La leggendaria crescita economica
del paese rallentò fino a raggiungere un punto di ristagno e nel 1993, dopo 38
anni di predominio, il Partito Liberaldemocratico dovette soccombere a
un'ondata di scandali e si ritirò dal potere (ma vi fece ritorno nello stesso
anno). Nel gennaio del 1995 Kobe fu colpita da un grave terremoto e la lenta e
confusa reazione del governo gettò un'ombra sulla tanto vantata preparazione
del paese per gli eventi sismici.
- Non più di un paio di mesi dopo i membri
di una setta millenarista effettuarono un attentato con gas nervino sulla
metropolitana di Tokyo. Gli osservatori internazionali concordano sul
fatto che in Giappone sono in atto dei cambiamenti: le forze di mercato e la
maggiore consapevolezza dell'elettorato stanno iniziando a mettere in crisi il
sistema basato sulla corruzione e sugli accordi sottobanco che ha finora
imperato in campo sia economico sia politico. Il ristagno dell'economia, le
enormi perdite subite dalle banche giapponesi, il crollo del mercato azionario
e l'instabilità regionale hanno messo in crisi l'azienda Giappone; all'inizio
del 1998 le banche versavano in condizioni così gravi che il governo degli
Stati Uniti è dovuto intervenire con un'operazione di salvataggio. Nella metà
dello stesso anno gli elettori hanno reagito alla gravità della situazione
economica togliendo sostegno all'LPD.
- Le cose hanno cominciato
a migliorare con la nomina di Keizo Obuchi, che è subentrato al Primo Ministro
Hashimoto, estromesso in seguito al gioco elettorale che si è venuto a creare
con lo sviluppo economico a spirale. Obuchi ha rivitalizzato in breve tempo
l'economia del paese, ma il lavoro gli ha riservato un duro colpo: è morto,
proprio mentre si trovava nel suo ufficio. Il suo successore, Yoshiro Mori, è
un altro appartenente a LDP. Anche se Mori è riuscito a resistere alle
ribellioni messe in atto dal suo rivale, Koichi Kato, detiene il dubbio onore
di possedere il più basso consenso da parte della popolazione di ogni altro
leader della storia recente giapponese. Egli ha annunciato le proprie
dimissioni nell'aprile 2001. Il suo successore è l'eccentrico Junichiro
Koizumi, che propone un allettante mix di nazionalismo e riforme per il
Giappone. Promettendo alla nazione la fine della cultura del nepotismo, egli
si distingue da tutti i recenti predecessori per aver suscitato grandi
aspettative. Il suo programma di governo ha l'obiettivo di ridurre la spesa
pubblica, risanare il sistema bancario, alleggerire il carico fiscale. Koizumi
procede a piccoli passi ma costanti e, tramite una e-mail settimanale (in due
settimane si sono iscritte 1.800.000 persone), spiega agli elettori cosa ha
fatto e cosa sta facendo.
- L'imperatore si sta
tuttora riprendendo da un delicato intervento chirurgico, svoltosi in un ospedale
pubblico. Durante la convalescenza le sue funzioni sono esercitate da suo
figlio Naruhito, erede al trono. La mancanza di un successore maschio al
trono, dopo Naruhito, ha avviato (seppure in via non ufficiale), l'iter della
modifica costituzionale che permetterà alla Principessa Aiko, che ora
ha tre anni (1 Dicembre 2001), di diventare Imperatrice. L'ultima donna a
regnare, tra il 1762 e il 1770, è stata Go-Sakuramachi.
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